Chiariamo subito che il prezzo di vendita al consumatore finale è più elevato del prezzo che risulta dal mercato della borsa elettrica. Sul prezzo che il consumatore paga, l’energia incide solo per il 30%. Il 22% serve a finanziare il costo della trasmissione e vendita dell’energia, il 14% tasse, il 3-5% va a finanziare gli incentivi alle fonti rinnovabili (di cui però un terzo finisce ai CIP6, cioè quegli impianti che bruciano rifiuti e scarti di raffineria “assimilati” alle fonti). Un “assimilati” merito del del governo Andreotti del 1991, poi eliminati da Prodi nel 1997, e reintrodotti da Berlusconi nel 2009 per far fronte all’emergenza rifiuti in Campania. Tutto in barba alla Direttiva 2001/77/CE che non include, ovviamente, i rifiuti fra le fonti rinnovabili.
L’ “acquirente unico”, “AU”, compra l’energia sul mercato in “ordine di merito”. Le offerte dei produttori vengono messe in ordine di prezzo crescente (ordine di merito). Questa è la curva dell’ “offerta” (curva blu), e ha una forma a gardini, crescente. Gli impianti che sono in grado di offrire l’energia a prezzi bassi si troveranno nella parte sinistra della curva. La domanda (curva verde) è quasi verticale, cioè poco elastica, ovvero cambia poco al variare del prezzo. Il prezzo finale è ovviamente il punto di intersezione fra domanda e offerta.
Quando la produzione di energia da fonti rinnovabili aumenta (bel tempo, Sole, per esempio), la curva blu trasla verso destra perchè i “gradini alla base si allungano” (più energia). Di conseguenza il punto di incontro fra domanda e offerta avviene a un prezzo inferiore. Una contrazione della domanda causa lo stesso effetto (la curva verde trasla verso sinistra e incrocia la blu a un prezzo inferiore).
Il “prezzo” viene riconosciuto a tutti, anche a quelli che avevano offerto a prezzo inferiore (criterio del “marginal price”, per chi vuole approfondire). Chi ha offerto a un prezzo superiore non produce energia, e non viene pagato. Tale meccanismo di formazione del prezzo viene ripetutto per ogni ora della giornata. Il tutto viene preparato il giorno prima del giorno di esercizio. Approfondimento.
Molti operatori di impianti che producono energia costosa (cicli combinati gas-vapore), in Italia non riescono a produrre quanto avevano pianificato negli investimenti per la costruzione degli impianti. Questo perchè la curva dell’offerta viene spinta verso destra dalla produzione fotovoltaica+eolica e di conseguenza i clicli combinati finiscono per essere esclusi (trovandosi a destra della curva della domanda). Poco male.