La rete ciclabile di Copenaghen dispone di circa 5 km di pista ciclabile per ogni km quadrato di area urbanizzata.
Soluzioni da adottare per rendere la bicicletta una valida alternativa all’automobile e ai mezzi pubblici, puntando su:
- Sicurezza in itinere (piste ed attraversamenti)
- Lotta al furto di biciclette (aree di parcheggio)
- Scorrevolezza del percorso, tempi di percorrenza ridotti, comfort (larghezza delle piste, raggi di curvatura, regolarità della pavimentazione)
- Servizi accessori quali trasporto della bici su tutti i mezzi pubblici e sui taxi.
Ho scattato buona parte delle foto qui presentate. Cosa c’è da cambiare nelle leggi dello Stato italiano per renere l’Italia ciclabile? guarda le foto a seguire e capirai da solo.
Piste ciclabili in cittá
In Danimarca, le caratteristiche delle infrastrutture ciclabili vengono definite mediante semplici regole in funzione della velocità delle automobili nella strada attigua. Approfondisci qua.
- 10-30 km/h: nessuna separazione
- 40 km/h: separata con una striscia dipinta
- 50-60 km/h: separata con un gradino di 2 cm
- 70-130 km/h: completamente in sede separata
- La pista/corsia ciclabile è posizionata a destra dei parcheggi
- Piste bi-direzionali solo in se la pista è in sede separata
La larghezza minima è di 1,5 m, la larghezza tipica è di 2 metri (per senso di marcia), per consentire a due ciclisti di procedere affiancati….e chiaccherare :). Il piano di sviluppo della rete ciclabile di Copenaghen prevede l’allargamento delle piste ciclabili per portarle a 3 corsie (consente a un terzo ciclista di superare agevolmente due che procedono affiancati). Alcune piste a Copenaghen sono larghe 4 metri, per senso di marcia.
E’ questa enorme quantità di piste che ne rende la città più ciclabile d’Europa. Questo è l’esempio da seguire! In breve: lasicate perdere soluzioni costose con asfalti colorati, lampioni fotovoltaici, bike-sharing (normali o elettrici). Puntate su sicurezza dei ciclisti, aree di parcheggio sicure, piste economiche (cioè tante) su itinerari quotidiani.
Parcheggi per biciclette
Questa foto del 5 Giugno 2013 sera mostra circa 200 posti bici nel seminterrato della stazione ferroviaria di una cittadina danese di 80 mila abitanti, Roskilde. Nella stanza adiacente ci sono altri 200 posti “sotto chiave” (si pagano 40€ l’anno per la tessera magnetica che apre il robusto portone). Nell’area prospicente la stazione ci sono circa 1000 posti su rastrelliere non coperte, 3000 posti su rastrelliere al riparo di una tettoia e altri 1000 sotto chiave piú tettoia. Così hanno risolto il problema del furto: aree di parcheggio dedicate e ordinate, piú aree sotto chiave. In tutto sono 5400 posti bici.
Biblioteca di Copenaghen:
Lotta al furto
Il furto è il secondo fattore che scoraggia l’uso della bicicletta per la mobilità urbana. Secondo quanto riportato dalla federazione danese dei ciclsiti, un terzo dei furti avviene nelle case (cortili), mentre solo il 10% dei furti avviene a carico di biciclette
parcheggiate alle stazioni ferroviarie.
Al momento dell’acquisto di una bicicletta in negozio (nuova o usata) la prova d’acquisto riporta il numero di telaio della bici. In caso di furto, si può denunciare alla polizia. La polizia ha un app per smartphone che consente di verificare se una bici con un certo numero di telaio è stata denunciata rubata. In questo modo l’acquirente dovrebbe evitare l’acquisto di bici rubate. Mi è capitato una volta in 3 anni di essere fermato a un posto di blocco di polizia per biciclette. In tale occasione han controllato il numero di telaio della mia bici. Chi viaggia con una bici rubata riceve una multa di 90€ e la bicicletta viene immediatamente confiscata.
Attraversamenti ciclabili
L’intersezione fra corsia ciclabile e corsia automobilistica è il punto più pericoloso di un percorso ciclabile. È li che avvengono gli incidenti. Bisogna quindi che gli automobilisti sappiano dove guardare per verificare la presenza di ciclisti, e dargli la precedenza. Quest’area “di conflitto” deve essere ben visibile, specialmente la notte. Il ciclista, se c’è, è li.
Perchè celeste? Ci sono tanti buoni motivi, la visibilità in primis. Approfondisci qua.
Perchè una fascia unica? perchè costa meno rispetto ai “quadrotti” previsti dal csd italiano. Il codice della strada italiano andrebbe modificato!!! Il resto della pista non deve essere colorato di celeste, non serve evidenziare la pista perchè non è un area promiscua bici-automobili.
Confronto fra il “blu” danese, e il “rosso” italiano (che non evidenzia a sufficienza!)
Rotatorie ciclabili
Essendo le rotatorie degli “attraversamenti ciclabili”, valgono le considerazioni spiegate sopra riguardo il colore. Occorre definire un area dedicata alle biciclette, l’anello esterno. Le bici che entrano nell’anello celeste danno la precedenza alle bici che già lo percorrono. Dopodichè, i ciclisti hanno precedenza sulle automobili. Il ciclista segnala l’intenzione di uscire dalla rotatoria distendendo il braccio destro.
La corsia ciclabile deve avere una geometria tale che sia chiara l’intenzione del ciclista di procedere ad attraversare la corsia automobilistica. Questo si ottiene tramite tracciato circolare:
Nelle rotatorie poco trafficate, dove la velocità delle automobili è limitata, si può evitare di colorare il fondo di celeste, e designare l’anello ciclabile con la striscia bianca.
Politiche ciclabili
“Se vuoi dare spazio alla ciclabilità nella tua città, devi dirlo chiaramente e farne una priorità, devi dire: la nostra prima priorità sono le bici“. [l’Assessore all’ambiente del comune di Copenaghen]
“L’unico modo per convincere le persone ad andare in bici in area urbana è di avere corsie ciclabili. Non va bene se l’80% del tragitto è perfetto e il restante 20% è terribile o pericoloso“. [Il direttore dell’ufficio mobilità del comune di Copenaghen]
“La chiave per una rivoluzione ciclabile è che i bambini vadano in bici e migliorare le piste ciclabili verso le scuole. Il piano che prevede di mettere l’intera nazione in sella, funzionerà solo se i bambini vedono l’andare in bicicletta come un modo normale di spostarsi”. [Ministro dei trasporti danese].
L’intervista del The Times ad alcuni funzionari del comune di Copenaghen.
Vivere a Copenaghen
La differenza principale è che vivendo in Danimarca non serve l’automobile (non serve, a Copenaghen una persona su 5 ce l’ha). Ci sono circa 1,2 bici ad abitante Non avere la bicicletta ti fa sentire uno sfigato, e quando vedi uno in scooter con il mega casco ti chiedi sempre se abbia qualche problema fisico che gli impedisce di pedalare.
Questa foto scattata un freddo sabato sera di febbraio 2013 in una strada in centro a Copenaghen sulla quale si affacciano numerosi bar e locali, mostra una rastrelliera con un centinaio di bici (private, neanche una di bike-sharing) delle persone che nel fine settimana si recano frequentano quei bar.
Ora di punta sul Drønning Louise Broen. Questa quantità di bici non è una manifestazione, succede tutti i giorni in ora di punta. Circa 35.000 bici al giorno per senso di marcia. La pista ciclabile è larga 4 metri per senso di marcia, e i risultati si vedono.
E per concludere, quello a destra sono io (2015), dopo aver vissuto in Danimarca per 5 anni trovo normale vivere senza automobile, e andare al lavoro (7 km da casa) in bicicletta.